IL MURO

La prima difesa contro l'attacco avversario
di FAUSTO POLIDORI

La pallavolo rientra fra i più tipici esempi di "sport di situazione": con questa espressione si intende che ogni fondamentale viene eseguito in condizioni diverse e variabili, dipendenti non solo dalle proprie capacità tecniche e dalle proprie prerogative biologiche, ma anche dalle difficoltà proposte dall’avversario. Il muro, tra i fondamentali della pallavolo, è quello che forse meglio rispecchia l’idea appena esposta, perché è legato in modo inscindibile con il gioco d’attacco della squadra che si fronteggia. La presenza della rete, e quindi l’assenza di contatto fisico nel volley, rende ancora più imprevedibile la concreta esecuzione dell’attacco, attuato con un elevatissimo numero di variabili, specie nelle partite di alto livello:

La manualità dell’attaccante.....

Nel momento di gestione della palla, l’avversario è del tutto libero di costruire l’attacco a proprio piacimento, senza patire interferenze nella sua esecuzione, ma subendo soltanto un’opposizione successiva tramite il muro e la difesa.

Il muro risulta quindi, anche cronologicamente, la prima tutela contro l’attacco avversario, perciò richiede una cura particolare dell’aspetto tecnico-tattico e di quello dell’attenzione. Questo fattore è importante perché permette di prevedere e anticipare quanto sta per verificarsi al di là della rete. A livello giovanile, il primo obiettivo deve essere quello di creare nell’atleta un’abitudine a posizionarsi correttamente vicino alla rete. Via via è quindi possibile lavorare su alcuni concetti cardine:

In una progressione didattica si può allenare in principio un giocatore alla volta (muro a uno), per passare poi a situazioni con più giocatori insieme. Si può cominciare con palloni più alti e lenti, e proseguire con tutti i tipi di alzata e di tempo di attacco. Il legame del muro con la difesa costituisce un passo significativo e ulteriore verso la creazione di un sistema che dovrebbe esistere a ogni livello, e non solo nel gioco più evoluto. A questo proposito appare utile far lavorare insieme il muro e la difesa. Nel creare un a corretta abitudine mentale per gli atleti, alcuni principi possono essere:

convincere il giocatore a murare sempre, perché questo da comunque un contributo e fornisce un punto di riferimento per la difesa;

far si che ogni giocatore a muro pensi per conto proprio;

chiarire sempre la necessità della massima disciplina in questo fondamentale.

L’allenamento del muro non deve riprodurre soltanto tutte le possibili evenienze che si potrebbero verificare nel momento agonistico.

pubblicato sulla Gazzetta dello Sportivo del 21/03/1997


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Last update: 02/apr/2000